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Giacomo Retaggio: “La Sagra del Mare per me NON si deve fare”

DiRedazione Procida

Ago 6, 2020

Procida – Sagra del Mare Si, Sagra del Mare No. Sul territorio si alimenta sempre di più il coro dei NO alla sagra del mare 2020.

Dopo i medici Gino Finelli, Maria Rosaria Calabrese, un altro medico, ma soprattutto un cultore della procidanità Giacomo Retaggio scrive:

«Mi sento rivolgere da più parti in questi giorni la domanda se io sono favorevole o contrario a che si tenga la Sagra del mare a Procida quest’anno. Sgombriamo subito il campo da ogni dubbio: io sono assolutamente contrario! Non abbiamo fatto le funzioni del Giovedì e del Venerdì Santo a causa del coronavirus e poi dobbiamo fare la Sagra del mare? Mi si dirà che le condizioni non sono più le stesse de periodo pasquale scorso, ma questa è una grossa balla perché il virus ancora circola non solo, ma pare che sia soggetto ad una riacutizzazione.

Teniamo le scuole chiuse, i “cori” non si sono più esibiti. le scuole di Danza non sono frequentabili e non si sono tenuti i relativi saggi di fine anno, la Banda musicale sono mesi che non si esibisce e poi… si vuole fare la Sagra del mare? E’ ridicolo perché questa è la manifestazine che, per la sua stessa natura, favorisce più facilmente la diffusione del contagio. Mi rendi conto benissimo che essa è una splendida vetrina per gli amministratori, specie a meno di due mesi dalle elezioni, ma compito primario è salvaguardare la salute pubblica. Le aspiranti Grazielle hanno, per la loro giovane età, tutta la vita davanti per valorizzare la loro avvenenza.

In questi casi a me viene sempre in mente la secentesc peste del Manzoni: durante quella epidemia un nutrito gruppo di milanesi si recò presso il buon cardinale Federico per pregarlo di fare uscire in processione le spogle di S. Carlo per allontanare la peste. Il porporato, benché intimamente conrario, non seppe o non volle dire di no. Il risultato fu che la processione si tenne tra canti, incensi e grande concorso di popolo orante. Dopo quattro, cinque giorni ci si rese conto che i casi di peste erano aumentati enormemente di numero in seguito al contagio per il contatto ravvicinato di tanta gente. Ora io mi chiedo: è mai possibile che la storia non insegni mai niente?”

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