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Demolizione, Filuccio Ambrosino invia una lettera alla Ministra Marta Cartabia

DiRedazione Procida

Apr 25, 2021

Procida – Il caso della demolizione dell’abitazione di Raffaele Ambrosino  – che in questi giorni ha interessato anche il consiglio comunale –  finisce anche sulla scrivania della Ministra della Giustizia Marta Cartabia.

Poco fa  – infatti – Raffaele Ambrosino ha inviato una lettera per chiedere alla guardasigilli di coordinare gli interventi della Procura e del consiglio di stato:

«Il sottoscritto Raffaele Ambrosino, nato a Procida il ed ivi residente alla via Giovanni da Procida n. 98 nel premettere che:

-la sua unica abitazione costruita ad inizio anni ‘ 90, dopo anni ed anni di sacrifici sul mare come marittimo ha ottenuto negli anni 2016 e 2018 con l’espresso parere positivo della Sovrintendenza competente il condono edilizio;

– su una porzione di detta abitazione ed in particolare 80 mq, pendeva un ordine di abbattimento da parte dell’Autorità penale (RESA n. 620/2013);

-è pacifico che la presenza di ordine demolitorio dell’autorità penale   o amministrativa è superato, appunto, dal condono (comprensivo del parere paesaggistico);

-con un provvedimento immotivato e dopo circa 5 anni dal primo rilascio il Comune ha annullato in autotutela i provvedimenti che sanavano l’agognata unica abitazione del sottoscritto;

-da quel momento è iniziata una odissea che poco a poco sta portando alla demolizione di TUTTA l’abitazione del sottoscritto oltre anche l’ordine penale che riguarda 80 mq.

– il Consiglio di Stato, 6a sezione con Ord. n. 01949 del 13 Aprile 2021  ha SOSPESO ogni provvedimento del Comune che aveva provocato il ripristino dello stato dei luoghi e che nonostante ciò l’abbattimento sta proseguendo;

-in seguito alla solidarietà della popolazione, in particolare giovane, procidana è stato convocato un Consiglio comunale di urgenza che ha deliberato alla unanimità di delegare il Sindaco a richiedere all’ufficio procedente della Procura di Napoli di sospendere la demolizione in attesa del pronunciamento del Consiglio di Stato;

-tale richiesta ben lungi dall’essere un ostacolo alla giustizia ha la sua ratio nell’evitare che questa immotivata corsa alla demolizione possa intervenire prima che il Consiglio si esprima rendendo vana una risposta positiva, che tra l’altro oggi è stata già ottenuta inaudita altera parte in sede cautelare;

-non si intravedono motivazioni di tale urgenza per giustificare un accanimento così esagerato lasciando la popolazione (tra l’altro in un periodo già così complesso per via dell’epidemia COVID 19) molto disorientata e con un crescente senso di sfiducia nei confronti delle Istituzioni che amministrano gli Enti locali e la Giustizia;

-a conoscenza del suo illuminato intervento in Parlamento nel corso del quale ha affermato:

che il tema «non sfugge all’attenzione del governo la condizione sociale di chi potrebbe trovarsi sprovvisto di una soluzione abitativa durante l’emergenza sanitaria in corso e che nell’ambito della procedura esecutiva che debbono assumere rilievo le singole istanze di carattere individuale, è lì che ci sono gli strumenti per valutare accuratamente da parte delle autorità competenti, in primo luogo dell’autorità giudiziaria caso per caso.  Dall’analisi delle singole situazioni possono emergere condizioni di insuperabile necessità cui dovrà essere dato adeguato rilievo, individuando di volta in volta soluzione appropriate».

tale suo indirizzo ben si coordinerebbe con la semplice richiesta del Consiglio comunale di Procida che chiede di attendere solo l’esito della sentenza del Consiglio di Stato che ad oggi ha sospeso i provvedimenti demolitori;

tutto ciò premesso PORGE CORTESE, URGENTE E SPERANZOSA ISTANZA

Affinché con un suo intervento possa coordinare gli interventi delle istituzioni dello Stato che amministrano la Giustizia (in questo caso procura di Napoli e Consiglio di Stato) si possa attendere – impregiudicata ogni azione esecutiva della procura e del Comune stesso – l’esito del gravame la cui prossima udienza è fissata a breve e cioè il 6 maggio 2021.

Con immutata stima e fiducia nello Stato porge deferenti ossequi

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