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Diportismo nautico. Anche a livello locale il trend è positivo. Eugenio Michelino: «Blue economy centrale nello sviluppo del paese»

DiRedazione Procida

Ott 19, 2021

Il diportismo nautico mette la freccia ed è pronto a ripartire. Le spie che segnavano color rosso di un anno fa sono solo un ricordo. La pandemia ha colpito duramente anche la filiera della blue economy che ha perso 10,7 miliardi nel 2020, quasi un quarto del valore complessivo nazionale, in particolare nella componente più strettamente legata al turismo. Mentre ha tenuto meglio la filiera della nautica, pur registrando una contrazione dell’11%, anche per effetto delle buone performance conseguite sui mercati internazionali nella seconda parte dello scorso anno.

Nel 2019 la blue economy ha prodotto 47,5 miliardi di valore che hanno attivato, per l’effetto moltiplicativo, altri 89.4 miliardi di valore aggiunto, per un ammontare di ricchezza prodotta pari a 136,9 miliardi che rappresenta l’8,6% del valore aggiunto prodotto dall’intera economia nazionale. Si può ben dire che per l’effetto moltiplicativo, ogni euro prodotto dalla blue economy ne ha attivati altri 1,9 nel resto dell’economia.

Attualmente l’Italia sta attraversando una fase di recupero straordinaria superiore agli altri Paesi europei. Secondo le ultime stime dell’Istat, la crescita acquisita per il 2021 è pari al +4,7% (+3,5% il dato Ue), risultando l’Italia capolista in Europa assieme alla Francia, sebbene siamo ancora sotto il livello pre covid come avviene anche nelle principali economie dell’Eurozona

«La blue economy ha un ruolo centrale nello sviluppo economico del Paese». In tale direzione va il nostro impegno come Gruppo Marinedi – ha detto il Presidente del Marina di Procida Eugenio Michelino. 

Per avere una idea il suo valore diretto è superiore di una volta e mezzo quello dell’agricoltura. Un importante contributo viene dal Mezzogiorno, che produce un terzo dell’intero valore nazionale dell’economia blu. 

Il futuro: i porti sostenibili

E’ già in fase avanzata la fase operativa del modello Porto Sostenibile®, lo standard per la gestione sostenibile dei Marina Italiani, che è stato presentato al 61° Salone Nautico di Genova ad una platea di operatori del settore della Nautica da Diporto. 

Porto sostenibile – ha detto il pres. di Assonat, è un progetto superiore e innovativo a cui teniamo molto il modello è completo e alla portata del settore della Nautica da Diporto italiana, che chiede a gran voce uno sviluppo sempre più sostenibile delle strutture ricettive. Saranno le linee guida del nostro prossimo futuro, anche perché ancora non abbiamo una cultura avanzata su tali tematiche e dobbiamo dare ancora più qualità e affidabilità ai nostri clienti. Porto Sostenibile® sarà il fiore all’occhiello per i porti turistici italiani, anche perché tutelare l’ambiente nel quale lavoriamo significa fornire ospitalità nel migliore dei modi”.

 

 

 

Il progetto Porto Sostenibile® nasce dalla necessità di adottare nuove strategie orientate allo sviluppo sostenibile per incrementare la competitività e la qualificazione della filiera Nautica da Diporto, e dalla volontà di comunicare in maniera oggettiva e trasparente le prestazioni del settore agli Stakeholder, con particolare riferimento alla Pubblica Amministrazione locale. Il modello consente di valutare il Grado di Sostenibilità di un Marina attraverso un Capability Model strutturato in 5 livelli di maturità organizzativa e 100 indicatori di prestazione suddivisi in 7 ambiti strategici: qualità del servizio al Cliente, gestione della destinazione turistica, responsabilità ambientale e impronta climatica, responsabilità sociale e sicurezza dei lavoratori e degli ospiti, responsabilità amministrativa d’impresa, innovazione digitale, affidabilità economica.

L’attestazione dei risultati sarà effettuata da Enti Terzi Indipendenti attraverso la valutazione del livello di maturità esistente nella gestione per obiettivi e la verifica delle prestazioni raggiunte sugli indicatori di sostenibilità dal Marina. 

Ogni Marina potrà quindi avviare un percorso virtuoso di certificazione e comunicazione ambientale della propria impronta climatica nonché di mitigazione della C02eq emessa, fino al raggiungimento della neutralità carbonica (Marina Carbon Neutral).

Il modello contempla inoltre i requisiti della ISO 13687-1:2017 “Requisiti minimi per i servizi base offerti dai porti turistici”, pertanto i Marina potranno anche avviare un percorso di certificazione secondo tale standard internazionale. La fase sperimentale del progetto si è appena avviata con il coinvolgimento di un “gruppo pilota” composto da 20 Marina, rappresentativo delle diverse tipologie organizzative esistenti nel panorama nazionale, con l’obiettivo di recepire e modellizzare le prestazioni e le best practices di settore attualmente disponibili nella Filiera della Nautica da Diporto Italiana.

 

 

 

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