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Marce della Processione: un viaggio nelle melodie del venerdì santo

DiRedazione Procida

Apr 4, 2023

Procida – Giada ha uno smalto rosso sulle esili dita che stacca sull’oro della sua tromba. Giuseppe veterano della banda, anch’egli alla tromba, invece, decide che è meglio indossare un giubbino sopra la felpa della banda.

Celeste arriva in ritardo, poco prima dell’inizio, è mamma da pochi mesi ed ha lasciato la piccola Nicole alle cure della zia Mariateresa. 

Qualcun altro prende un bicchiere d’acqua e qualcuno da uno sguardo al cellulare.  E’ Domenica delle Palme ma nessuno vuole mancare a questo appuntamento.  

Oggi è una sorta di prove generali del venerdì santo, il giorno dei giorni.  Nulla deve essere lasciato al caso. Non perché ci sono le telecamere, ma perché è sempre così. 

La sala prove della “scuola Media” sede della Banda, alle 18,  è già un pullulare di giovani che accordano gli strumenti, tesano le viti della cassa e dei tamburi e prendono posto sulle sedie predisposte qualche ora prima a semicerchio, dal maestro Francesco Trio. 

Prima fila flauti e clarinetti, poi i sax, gli ottoni, i flicorni, gli bassi, le trombe. Ultima fila, la cassa, il tamburo e i piatti. Ognuno con il suo leggio, ognuno con il suo pentagramma davanti. 

L’occasione è un concerto di marce funebri che accompagnano da sempre la processione del venerdì santo. Marce che – nell’immaginario collettivo – sono l’essenza stessa del corteo, danno alla processione quel tocco di struggevolezza tale da renderla ancora più ricca di fascino e di mistero.  

Ad aprire la diretta, il suono delle Tromba del Venerdì Santo, accompagnato dai tocchi del tamburo, che ripercorre il suono dell’alba del venerdì santo quando i confratelli dei turchini girano per per strade dell’isola. 

Il viaggio nelle melodie inizia con la “Marcia Funebre opera 35” di Frederic Chopin riconosciuta come una delle più intense ed emozionanti del repertorio, si prosegue poi con “Schianto” di Salvatore Lombardo, anch’essa di un fascino unico, per arrivare poi a “Pianto Eterno” di Pasquale Quatrano, altro raro pezzo di bellezza armonica.

A seguire “Ultimo Giorno” di Cataldo Curri, una marcia complessa, elaborata nella sua architettura per detta stessa del maestro Trio e per finire gli ultimi due pezzi che vengono un po’ unanimemente riconosciuti da tutti come le due marce per eccellenza della processione del venerdì santo procidano.

Parliamo della “Jone” di Enrico Petrella, una composizione struggente, che la tradizione vuole che debba essere intonata dalla banda musicale sulla discesa di Terra Murata e “Una lacrima sulla tomba di Mia madre” di Amedeo Vella, composizione unica e a tratti mistica, composta all’età di undici anni dal Vella  dopo la morte delle madre.. 

Il concerto finisce con un auto-applauso collettivo, qualche pacca sulla spala, non prima di un selfie ben augurante e la degustazione di un pezzo di torta offerto per festeggiare l’onomastico del maestro Trio.

La diretta in streaming – con migliaia di visualizzazioni anche da oltre oceano – è stata un vero tributo di applausi e ringraziamenti di chi – lontano dall’isola natia oppure da casa – ha riassaporato quei suoni familiari che si trasmettono di generazione in generazione. 

Centinaia i like per la banda musicale città di Procida – che proprio ad inizio anno ha festeggiato i quarant’anni – e che rappresenta uno dei fiori all’occhiello dell’associazionismo isolano tanto da essere  stata ( ed essere ) anche fucina di maestri di musica che si sono fatti poi largo in orchestre e gruppi musicali nazionali. 

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