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Procida 2022, “Happening of Human Books”: un viaggio nell’anima. Loretta Conte: «Sembrerà strano ma con questo laboratorio ho ritrovato la felicità e la serenità»

DiRedazione Procida

Set 20, 2022

Procida – Happening of Human books si racconterà in questo weekend. Venerdì e sabato, infatti, il lavoro di mesi verrà restituito al pubblico attraverso le voci e i corpi di uomini e donne isolani, residenti ed abitanti temporanei.

I seminari teatrali sono stati seguiti dagli artisti e i pedagoghi di Officinae Efesti. Hanno toccato il corpo come spazio sonoro dei partecipanti, mediante azioni di training fisico e di drammaturgia corporea, amalgamando le storie delle famiglie, la memoria sonora della loro vita con le storie che sono arrivate dalla lettura e memorizzazione de “L’immortale” di Jorge Luis Borges.

Happening of Human books si inquadra nei progetti del dossier di Procida Capitale della Cultura 2022, nella sezione “Procida include”.

Se per gli altri progetti, workshop, il grado di soddisfazione era visibile, con questo laboratorio è stato tangibile, lo si toccava per mano mentre assistevamo alle prove.

Uno di questi Sandro Esposito ci ha detto: «E’ stata una esperienza nuova inclusiva in quanto raggruppava persone di varie fasce di età, non solo procidane, tra cui anche tre detenute. E’ stato molto interessante conoscere tanta gente, un’esperienza che già rimpiango perché sul fine settimana finirà. Una cosa mi ha colpito e cioè il fatto che io inseguivo e cioè l’ascolto. In questo tempo dove ognuno scrive, ognuno urla, dove tutti parlano ma nessuno ascolta, in questo contesto laboratoriale mi sono ritrovato molto. Sono contento di aver fatto questa scelta e la ritengo una esperienza davvero importante non solo a livello teatrale ma proprio a livello di vita, mi auguro che il risultato finale piaccia a tutti»

Sandro poi si è soffermato sulla importanza di questi laboratori che hanno caratterizzato Procida Capitale della Cultura:

«Parlando anche con altri membri di questo laboratorio, ci siamo resi conto che abbiamo iniziato tutti con la curiosità senza nessuna aspettativa, senza nessuna pretesa. Solo lo ripeto la curiosità di fare questo laboratorio, siamo tutti entusiasti e credo che possa parlare con la voce di tutti. Abbiamo creato un bel gruppo che va al di la delle discriminazioni, dei pregiudizi che molto spesso ci trasciniamo con noi e che qui sono venuti meno»  

Loretta Conte un’altra procidana doc “protagonista indiscussa del laboratorio” come l’hanno definita gli organizzatori. Anche lei ci ha raccontato la sua esperienza.

«Quando sono entrata per la prima volta in questa ex chiesa sede del laboratorio, io ridevo sempre perché non comprendevo tutti quei gesti che si facevano senza sapere niente. Dovevamo fare gesti, dovevamo imparare la lingua, dovevamo imparare a muoversi, a come recitare. I dettagli, le mani che si muovono, gesti di danza e io ridevo pensando tra me e me ma cosa stiamo facendo. Una sensazione di disagio. Ma poi. Piano piano, sono entrata nel corpo, nel corpo del progetto. Sono racconti nostri e della nostra vita vissuta nell’infanzia e piano piano ognuno di noi ha detto la sua. Ci siamo anche liberati di qualche malessere ed io mi sono liberata, guarita da questi malesseri e traumi che ho ricevuto nell’infanzia. E quindi diciamo che io ho trovato la felicità e la serenità e sono contenta di stare in questo gruppo».

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