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Procida 2022, I volti di Massimo Troisi: emozioni a terra murata 28 anni dopo

DiRedazione Procida

Ott 25, 2022

Procida – Ventotto anni dopo le riprese de Il Postino, massimo Troisi torna a rivivere a Procida nell’ambito di Procida Capitale della Cultura 20222

“Il Postino dietro le quinte. I volti di Massimo Troisi”, esposizione collettiva d’arte contemporanea, è stata inaugurata giorni fa a terra murata nei locali della cittadella dei misteri.

66 opere realizzate da 49 artisti affermati e giovani talenti, da Lello Esposito a Filippo Bragatt, da Armando De Stefano a Vincenzo Mollica, fino allo stesso Troisi.

Il compianto attore napoletano è infatti l’autore di un’opera datata 1992, da cui la mostra ha avuto origine. «È partito tutto da quell’opera astratta di Massimo, la prima che ho collezionato a partire dal 1996 – ha raccontato Stefano Veneruso, nipote di Troisi e curatore della mostra –. Da lì sono arrivate opere di persone che spontaneamente me le hanno regalate, finché non è arrivata un’opera magnifica del grandissimo Armando De Stefano, realizzata per un fortunato compact disc di poesie di Paolo Neruda lette da grandi artisti, tra cui Arbore, Foa, Amendola e tanti altri. E poi c’è l’opera delle opere, che è la bicicletta de Il Postino.»

Proprio la celebre bicicletta e una foto di Massimo tratta dalla pellicola cinematografica accolgono il pubblico all’inizio del percorso espositivo, che resterà aperto tutti i giorni, con ingresso gratuito, fino al 6 gennaio 2023.

«Mi lega a quest’isola un ricordo fortissimo, doloroso anche – ha continuato Veneruso – perché Massimo ai tempi delle riprese non stava bene. Ma lui, con la sua caparbietà e ostinazione, ha voluto portare avanti il film. Disse a mia madre: “‘O voglio firnì co’ ‘o core mio”. Non ha dato la vita per questo film, ma secondo me ha pensato in qualche modo di poter cambiare il mondo, perché allora fare un film sulla poesia era difficile, ci si domandava chi potesse andare a vederlo. E invece è stato un successo mondiale, premiato con un Oscar. La mostra è una narrazione, un racconto di Massimo attraverso estratti di sue interviste memorabili, ma soprattutto le opere di 49 artisti: a ognuno ho anche chiesto di raccontare in poche righe il “proprio” Massimo; quindi, oltre all’opera, c’è anche il pensiero dell’artista.»

In serata, sulla facciata del Complesso monumentale di Palazzo d’Avalos, sono stati proiettati un estratto del Backstage de Il Postino – Uno sguardo dentro (1994-2022), diretto e prodotto da Stefano Veneruso, immagini delle opere d’arte protagoniste della mostra e alcune frasi di Massimo Troisi su temi che riguardano il cinema, l’amore, la famiglia, i figli.

Soddisfatti anche l’assessore Leonardo Costagliola: «Procida e il cinema sono un connubio da sempre e la figura di Massimo Troisi lo testimonia» e il delegato alla cultura Michele Assante Del Leccese: «Ricordo un aneddoto su Massimo Troisi. Facevamo un giornale locale e io lo intervistai a Corricella. Una persona squisita, un vip che non se la tirava, Mi viene da piangere quando lo ricordo»

Ovviamente non sono mancate le reazioni dei tanti presenti, tutte molto soddisfacenti. Tra queste due abbiamo raccolto come Cecilia Costagliola, animatrice culturale e Pres. dell’associazione Marzo Donna e Antonio Anzalone pres. dell’associazione i Ragazzi dei Misteri.

“Una mostra incredibile – dice Cecilia – bellissima, ci sono opere d’arte vere e proprie. In tutte traspare quanto al mondo manchi una figura come Massimo Troisi e soprattutto come col cuore molti artisti lo hanno trasportato nelle opere esposte. Sono rimasta molto colpita e ritengo che questa mostra inserita nel programma di Procida Capitale vada visitata da tutti”

Dello stesso tenore Antonio Anzalone: “questa mostra ci restituisce un Massimo Troisi che non conoscevamo. Ci sono pezzi di girato che non sono mai andati in onda ma che racchiudono un dietro le quinte davvero entusiasmante. Un grande artista davvero. Noi come ragazzi dei misteri siamo stati fieri ed orgogliosi di aver dato questi spazi ed allestiti per un’artista di questa portata a cui Procida deve tanto”.

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